Muffig Halos

Anche il miglior amico dell’uomo è protagonista in questi giorni di un temuto attacco da parte di un virus intestinale che stando alle prime notizie diffuse, risulterebbe letale nella maggior parte dei casi.

Si tratta di parvovirosi, un virus che nel giro di poche ore conduce alla morte specie se colpisce i cuccioli di cane di età compresa tra le sei settimane ed i sei mesi di vita paragonabile ad una vera e propria gastroenterite virale.

Nella città di Genova, dove è scattato l’allarme, ad oggi più di una decina di casi registrati in cura per questo virus nelle cliniche veterinarie ed altrettanti casi sono purtroppo deceduti.

La preoccupazione dunque aumenta, poiché parliamo di un virus fortemente contagioso soprattutto fra i cuccioli per il quale non esiste una vera e propria profilassi, se ormai la parvovirosi ha già attaccato l’organismo. L’unico rimedio resta il vaccino.

Contrarre la patologia è banale, poiché si diffonde attraverso il contatto con le feci infette di un animale malato, attraverso le mucose nasali o salivari; ad aggravare il rischio contagio c’è la latenza del virus, che può manifestarsi anche dopo parecchi giorni e spesso evidenzia i sintomi solo nel 20% dei casi ed è tralaltro molto resistente.

Il virus colpisce il midollo e i linfonodi, distruggendo i globuli bianchi e si propaga attraverso il sangue nell’intestino distruggendo le cellule della mucosa intestinale; a questo punto i processi di assorbimento sono gravemente compromessi e la conseguenza più immediata è una severa disidratazione che occorre arginare e curare prontamente.

Una volta contratto il virus, si può solo cercare di alleviare i sintomi che sono particolarmente aggressivi, respiro pesante, debolezza, feci acquose con presenza di sangue, nella speranza che il sistema immunitario del cane reagisca prontamente sino a debellare il virus che dal canto suo progredisce rapidamente; si può affermare infatti che i cani che resistono almeno 5 giorni di solito guariscono, purtroppo la terapia ha un costo molto alto che non tutti possono permettersi e anche questa potrebbe essere una ragione del rapido diffondersi della parvovirosi, che dovrebbe essere prontamente isolata e curata.

Anche chi entra in contatto con i cani malati, deve adottare norme igieniche accurate ed impiegare disinfettanti specifici evitando la contaminazione attraverso le mani, l’ambiente e gli indumenti.

La prevenzione resta l’arma più efficace e quindi occorre vaccinare presto i cuccioli in particolare quelli che precocemente vengono portati all’aria aperta ed entrano in contatto con altri cani.

Trascorso dunque il primo periodo di vita, quando esiste ancora la protezione degli anticorpi che la mamma ha trasmesso al cucciolo, intorno alle 6-8 settimane , si avvia la profilassi vaccinale che può essere somministrata eventualmente anche al cane adulto che non sia stato mai vaccinato, sentito il parere del veterinario.