Categories: Salute e benessere

L’innamoramento: cura o malattia?

Secondo recenti studi effettuati su un campione di 47 giovani donne, la fase dell’innamoramento scatenerebbe una serie di reazioni immunitarie potentissime pari a quando il nostro corpo si predispone a combattere un virus.

Il corpo femminile reagisce aumentando sia i neutrofili che l’interferone di tipo I, proprio come quando ci si prepara ad affrontare un’influenza o un virus, anche se in realtà la genetica predispone la donna ad organizzare l’organismo in vista di una probabile gravidanza.

Tutto il sistema immunitario si attiva e fortifica così come pubblicato sulla rivista “Psychoneuroendocrinology”, sulla base delle indagini condotte da Damian Murray della Tulane University; lo studio vuole ora allargare il suo campo d’azione anche alle risposte maschili sull’innamoramento, anche se si prevedono reazioni biologicamente diverse.

Resta il fatto che l’innamoramento, sia maschile che femminile, rappresenta una fase di sconvolgimento emotivo e fisico, di cui istintivamente non si riesce a fare a meno, quasi fosse un’esigenza eterna e fisiologica come mangiare e bere. E’ considerata infatti la pulsione più antica e più forte tra quelle sviluppate dall’essere umano.

Per questa ragione, quando per vari motivi si soffre il “mal d’amore”, scattano nel nostro cervello meccanismi simili all’astinenza scaturita dalla mancanza di una qualsiasi cosa ci provochi dipendenza, nicotina, gioco d’azzardo, droga…

Solo allontanandoci da tutto ciò che rinverdisce il ricordo dell’amore perduto, riusciremo a soffrire meno ed infine a guarire: niente telefonate, messaggi e vecchie foto.

Le persone care possono aiutarci a superare la fase dolorosa della fine di un amore, standoci vicine soprattutto quando abbiamo voglia di parlare, piangere o sfogarci, rassicurandoci sulla temporaneità della sofferenza.

Continuare a fissare il proprio pensiero su ciò che è stato, ci fa soffrire da un lato e ci tiene legati tenacemente alla persona che ci causa tanto dolore: e questa sorta di resistenza a ritornare ad una vita serena costituisce un legame ancora aperto con l’altro.

La svolta arriva quando comprendiamo che la malinconia altro non è che una dolce nostalgia di come eravamo noi quando vivevamo questo amore ormai finito, per questo il ricordo non deve essere cancellato, ma ridimensionato e riposto dentro di noi.

Il percorso può essere lungo anche un anno, ognuno di noi ha i propri tempi per elaborare il dolore soprattutto se questo avrà toccato alcune corde della nostra anima che credevamo sopite; inizialmente spereremo che tutto possa tornare com’era prima, poi arriverà una fase più razionale in cui si farà autocritica nei confronti delle ragioni della rottura ed infine avverrà il vero e proprio distacco da quello che è stato che verrà definitivamente relegato al passato.

A questo punto potremo dirci guariti dal mal d’amore.

Sergio De Napoli

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