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Cervello femminile: 3 anni più giovane di quello maschile

E’ di questi giorni la notizia pubblicata sulla rivista on line “Pnas” secondo la quale il cervello femminile risulta di 3 anni più giovane rispetto a quello maschile. Finora era stato dimostrato da studi precedenti come la diminuzione di volume più veloce nei cervelli maschili rispetto a quelli femminili con l’avanzare dell’età, fosse attribuibile esclusivamente ad una differenza ormonale.

Un gruppo di scienziati statunitensi della Washington University School of Medicine di St. Louis, ha valutato comparando i cervelli maschili e femminili della stessa età anagrafica, giungendo alla conclusione che il cervello femminile invecchia più lentamente sino ad apparire di 3 anni più giovane ed attivo.

L’indagine si è sviluppata su un campione di 205 persone di età compresa tra i 20 e gli 82 anni sottoposto ad analisi Pet e calcoli di intelligenza artificiale; il dato più significativo è emerso nel momento in cui si è valutato il modo in cui il cervello carburava lo zucchero attraverso la glicosi aerobica. Nelle donne il metabolismo cerebrale è risultato più veloce rapportandolo all’età anagrafica tale che l’età media del cervello fosse inferiore di più di 3 anni.

Tra le differenze di genere (peso, altezza ecc) questa dunque è la più significativa.

E’ interessante notare come dato di partenza quanto le differenze sessuali nel cervello umano si traducano in differenze sia fisiologiche che di risposta agli stimoli esterni.

Al di là di banali stereotipi è provato che i cervelli maschili sono più strutturati per agevolare il coordinamento tra percezione ed azione; al contrario nel cervello femminile il traffico di informazioni tra emisfero destro ed emisfero sinistro è meglio coordinato, per cui risulta disposto emotivamente all’ascolto, all’intuito ed alla memoria.

Ma le differenze non finiscono qui: anche nella risposta al dolore, al di là delle reazioni psicologiche, ci sono risposte differenti provenienti tra aree diverse del cervello che si attivano per rispondere agli stimoli negativi.

Se le emozioni attivano nel cervello femminile le regioni limbiche, nel cervello maschile al contrario attivano i centri preposti al ragionamento analitico, probabilmente come retaggio ancestrale delle società primitive nelle quali occorreva rispondere alle situazioni di pericolo in forme e modi diverse tra maschi e femmine.

Per fronteggiare situazioni critiche, il cervello maschile è infatti “programmato” all’azione, tanto che nei momenti di stress, la zona del cervello maschile più sollecitata è l’insula che comanda le attività involontarie come il battito cardiaco e la respirazione; il cervello femminile attiva invece la parte sinistra del talamo, preposto agli scambi sensoriali con le regioni della corteccia cerebrale dove hanno sede i centri del dolore o del piacere, e quindi dedica maggior attenzione all’analisi di quei sentimenti che vengono innescati dallo stimolo.

Sergio De Napoli

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