Metalli pesanti: rischi per la salute
Moltissimi sono i metalli pesanti presenti nell’aria che respiriamo e nel cibo che mangiamo.
L’accumulo di questi elementi nell’organismo porta ad un lento deterioramento e ad un’intossicazione graduale sino ad esplodere come una vera e propria malattia.
I metalli sono elementi chimici solidi, tranne il mercurio, buoni conduttori di calore ed elettricità e tra di essi quelli pesanti si caratterizzano da un numero atomico superiore a 20, per esempio il nichel, il cadmio, il piombo, il cromo, ecc.
Se le giuste quantità, solitamente minime, sono indispensabili all’organismo, quantità superiori sortiscono effetti nocivi per la salute che vanno da fenomeni irritativi o intossicazioni sino ad arrivare ad azioni mutagene o cancerogene.
Il metallo si lega inizialmente alle proteine del sangue, per poi distribuirsi nei vari organi, sino a quando vengono espulsi attraverso i reni a patto che siano presenti in piccole quantità; non dimentichiamo per altro che alcuni metalli possono passare attraverso il latte materno o prima ancora riescono a penetrare la placenta causando malformazioni al feto o aborti spontanei.
Le categorie più esposte all’accumulo dei metalli sono sicuramente i lavoratori costretti a concentrazioni ambientali continue, o coloro che a seguito di disastri ambientali hanno vissuto il dramma di esposizione forzata e pensiamo all’arsenico di Manfredonia, al cadmio di Belgio e Giappone o al mercurio della baia di Minamata in Giappone.
Purtroppo il bombardamento a cui siamo esposti e continuo e costante, se pensiamo ai gas di scarico, alle scie chimiche o ai fertilizzanti, l’aria che respiriamo ne è satura, la pioggia è avvelenata e attraverso la pelle e i polmoni i nostri organi e il cervello si intossicano di metalli pesanti senza avere la possibilità di smaltirli. Alcuni metalli come il nichel dimostrano subito la loro tossicità poiché possono dare un’allergia cutanea facilmente riconoscibile e di conseguenza eliminabile e quindi pensiamo alla bigiotteria, alle monetine, ai gancetti del reggiseno e così via.
L’alluminio in particolare è presente in abbondanza in prodotti di uso comune come i deodoranti e antitraspiranti, nei vaccini, nelle lattine, nel lievito per dolci e in molti additivi alimentari; non dimentichiamo che a lungo andare riesce ad accumularsi nel cervello provocando disfunzioni e demenza. Sintomi come paranoie, perdita di memoria, cambiamenti della personalità e scarso discernimento potrebbero trovare riscontro anche nell’esposizione continuata ai metalli inquinanti che nel lungo periodo riducono notevolmente il flusso sanguigno e la conseguente ossigenazione delle arterie cerebrali, sino a portare alla morte di alcune cellule del cervello.
Un’indagine utile potrebbe essere quella del mineralogramma del capello al fine di quantificare l’accumulo nei tessuti della maggior parte dei minerali, poiché esso trattiene nel corso della sua crescita i minerali determinandone anche la loro concentrazione nell’organismo.