La muffa

La muffa

A lanciare il monito è il Rasff, il sistema Europeo Rapido per la sicurezza alimentare il quale ha rilevato la presenza del virus dell’epatite A all’interno dei mitili crudi. Le cozze vive, provenienti dalla Grecia dovrebbero essere tutte sottoposte ai controlli preventivi da parte delle Asl locali attraverso il servizio igiene degli alimenti e nutrizione; effettivamente al momento è difficile effettuare un’indagine mirate, poiche non si conoscono i lotti contagiati che potrebbero essere presenti nei mercati o nei banchi pescheria dei supermercati. Le cozze purtroppo hanno la caratteristica di filtrare tutto ciò che si trova all’interno del mare in cui vivono, pertanto se le acque non sono pulite il mitile stesso assorbe batteri di ogni tipo e li trasmette a chi si ciba di questo alimento.
La raccomandazione fondamentale è quella di consumare sempre cotto questo alimento ed evitare a casa o al ristorante di mangiare cozze crude, a prescindere dal condimento con cui vengono serviti, poichè solo l’abbattimento (non sempre verificabile) e la cottura possono distruggere la stragrande maggioranza dei batteri. Anche nel mese di febbraio le cozze sono state protagoniste di una allerta alimentare che riguardava dei lotti refrigerati provenienti dalla Spagna ma confezionati in Italia; si parlò in quel frangente, di contaminazione da salmonella , una malattia che colpisce l’apparato digerente manifestandosi con dolori addominali, febbre, nausea e vomito che possono protrarsi anche per una settimana. Ricordiamo che l’allerta di questi giorni riguarda l’infezione da epatite A che provoca sintomi quali stanchezza, inappetenza febbre e nausea; dopo qualche giorno la pelle, la sclera degli occhi e le mucose assumono un colorito giallognolo a causa dell’ittero.
Questa è la conseguenza di una elevata concentrazione di birilubina nel sangue che è poi il segnale di una sofferenza a livello epatico. L’avvertenza degli esperti, oltre alla cottura, riguarda l’acquisto attraverso i canali autorizzati che vendono le cozze all’interno di reti o sacchetti con etichette che ne indichino chiaramente la provenienza; da evitare assolutamente l’acquisto dagli ambulanti che vendono mitili “anonimi” esposti su banchetti improvvisati per la strada dei quali è impossibile rilevare la tracciabilità.