Esiste una nuova dimostrazione scientifica a testimonianza di quanto il cane sia effettivamente il miglior amico dell’uomo.
Un’azienda americana (BioScentDx), specializzata nelle potenzialità olfattive dei cani, ha condotto un interessantissimo studio che ha rivelato quanto alcuni cani opportunamente addestrati fossero in grado di percepire gli odori del cancro nei campioni di sangue umano.
I test riguardavano campioni prelevati da persone sane e da persone malate di cancro ai polmoni ed i cani oggetto di questa indagine erano in grado di scoprire la presenza del tumore nel 97% dei casi.
Ora Siamo ad una diagnosi da fiuto che sfiora il 90% della precisione, ma ovviamente si punta al massimo.
Un progetto tutto italiano denominato “Se ti fiuto ti aiuto”, sta dimostrando che i cani addestrati sono in grado di fornire indicazioni precise rispetto alla presenza di un tumore dall’odore dell’urina: i quattro cani addestrati da Marco Sincovich della onlus Medical detection dogs vengono messi di fronte a campioni di urine fornite dall’Istituto Europeo di Oncologia; se l’animale, dopo aver fiutato il campione si siede, significa che quell’urina contiene tracce tumorali. Le capacità olfattive dei cani sono di gran lunga superiori e più raffinate rispetto a quelle dell’uomo, essendo naturalmente dotati di 25 percettori olfattivi in più e sulla base di questo l’ingegneria scientifica sta mettendo a punto un “naso elettronico” in grado di convertire l’odore in un segnale elettronico.
Molti tumori infatti contengono dei particolari marcatori che finiscono nei liquidi organici come sangue, urine e saliva, mentre altri, evaporando rilasciano odori non percepibili, ma indicativi della malattia.
Il super olfatto canino è perfettamente in grado di percepire gli scarti organici volatili che rilasciano le cellule cancerogene, utile così a diagnosticare un cancro anche al primo stadio, e questo grazie alla loro corteccia olfattiva 40 volte più ampia di quella umana.
Sulla base delle scoperte più recenti, è stato messo a punto un breath test, o test del respiro grazie al quale il paziente soffia aria in un tubo per circa due minuti durante i quali il macchinario compara le sostanze presenti nel respiro con quelle rivelatrici di un tumore; senza l’utilizzo di strumentazioni diagnostiche o invasive, questo test svela in soli 10 minuti la presenza di un tumore, stabilendone anche la natura benigna o maligna.
Attualmente questo metodo diagnostico è utilizzato negli Stati Uniti ed in centri oncologici di eccellenza italiani, seppur in via sperimentale, come Milano, Roma e Bari.
Per fortuna la ricerca fa passi da gigante in questo senso, come l’elettro-bisturi intelligente sviluppato all’Imperial College di Londra in grado di far capire al chirurgo se il tessuto tumorale asportato è stato rimosso del tutto o se restano ancora dei residui; questo bisturi sofisticatissimo, brucia ed analizza contestualmente il fumo emanato dal tessuto asportato e consente così a chi opera di capire se il lavoro è stato completato al meglio.
Si parte quindi anche qui dagli odori che bisogna cercare di intercettare nella primissima fase iniziale, proprio come fanno i cani, in modo da salvare ancora tante vite umane.
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