Esistono vari casi di gravidanze inaspettate, nonostante si adottino metodi contraccettivi per impedirla.
Questo può accadere con una probabilità frequente qualora si utilizzi lo IUD o spirale e il preservativo, un po’ meno con la pillola; solitamente la responsabilità maggiore dell’insuccesso del contraccettivo la si attribuisce ad una non conformità o ad un utilizzo errato, ma nel caso della pillola, questo come si spiega?
In base ad una ricerca recente, una donna su 20 possiede un gene in grado di annullare le sostanze attive contenute nella pillola contraccettiva; lo studio ha riguardato 350 donne che assumevano contraccettivi con livelli di progesterone sufficientemente elevati da impedire una gravidanza.
Nel 5% dei casi analizzati, attraverso il test del DNA, si è riscontrata la presenza di un gene specifico in grado di produrre un enzima che altera i principi attivi dei contraccettivi ed in particolare del progesterone; ovviamente quando la concentrazione di progesterone scende troppo in basso non è più garantita la sicurezza contraccettiva.
Per cui le donne che possiedono questo gene attivo possono correre il rischio di una gravidanza indesiderata anche durante l’utilizzo del contraccettivo. Qualora invece si fosse certi di non voler più una gravidanza e si è in un tempo fisiologico ancora produttivo, si può ricorrere ad una contraccezione definitiva che è naturalmente irreversibile.
Per questo motivo nei casi di sterilizzazione femminile, è opportuno che la decisione sia ben ponderata e motivata e l’intervento prevede sempre una firma di consenso trascorso il periodo che va dalla decisione all’intervento stesso. Alla nota legatura delle tube, si affianca ora un nuovo metodo che riscuote parecchi consensi, chiamata la tecnica Essure.
La legatura delle tube viene solitamente eseguita in anestesia generale attraverso la tecnica della laparoscopia e, semplificando molto l’intervento, diciamo che le tube vengono bloccate in modo da evitare l’incontro tra gli ovuli e gli spermatozoi. Dopo la dimissione dall’ospedale, deve seguire un breve periodo di convalescenza. L’affidabilità contraccettiva è ottima.
La tecnica Essure viene praticata in ospedale, ma non richiede anestesia, se non un antidolorifico o un antinfiammatorio esattamente come per il posizionamento dello IUD; in questo caso si tratta di micro protesi messe sulle tube, che in poche settimane ne bloccheranno l’attività.
Il vantaggio di questa tecnica è che non richiede ricovero e la paziente può tornare immediatamente alle sue occupazioni quotidiane.
Nel caso della tecnica Essure è opportuno ricordare che bisogna continuare ad adottare le solite pratiche contraccettive per almeno altri 2 o 3 mesi dal posizionamento, tempo necessario poichè l’intervento sia efficace.
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