Mal di schiena è colpa anche delle emozioni
Eccolo lì, il mal di schiena ci affligge ancora! Purtroppo almeno una volta nell’arco della propria esistenza, l’85% della popolazione è colpito dal mal di schiena, che in molti casi si ripropone con delle recidive o si evolve addirittura in forma cronica.
Per questo occorrono nuove disposizioni, come quelle che di recente sono state emanate dall’autorità sanitaria francese ( HAS ) per evitare la cronicità che, ricordiamo, si conclama dopo tre mesi di dolore continuo, e la recidiva che si presenta entro dodici mesi.
E’ essenziale osservare e monitorare segnali più o meno tangibili ed attenersi alle nuove disposizioni che di seguito elenchiamo:
- DIAGNOSI fondamentale che essa sia mirata e soprattutto precoce, in particolare quando riguarda la lombalgia acuta, che di per sè è disposta verso la cronicità; per questo il medico generico dovrebbe prevedere visite a due e poi a quattro mesi per verificare l’evoluzione della malattia. Nella fase acuta, inoltre, non è necessaria la diagnostica per immagini tipo la risonanza magnetica; essa diventa poi indispensabile per approfondire la diagnosi di lombagia cronica o qualora fosse prevista un’azione invasiva.
- EMOZIONI da non sottovalutare alcuni stati di emozioni alterate che potrebbero accompagnare il mal di schiena come depressione, ansia e stress che predispongono alla cronicità; l’atteggiamento positivo e propositivo resta il motore fondamentale verso la risoluzione del problema.
- SINTOMI da non sottovalutare alcuni sintomi collaterali che talvolta accompagnano il mal di schiena come il formicolio e l’intorpidimento di alcune parti del corpo, febbre, perdita repentina di peso, dolore prima dei 20 anni, tutti casi che vanno valutati con indagini ad ampio spettro.
- MOVIMENTO l’attività fisica è fondamentale, non trascuriamola mai, possiamo semplicemente adattarla e ridimensionarla nel caso in cui non ci trovassimo nelle condizioni ottimali, ma l’immobilità è bandita; nei casi di dolori cronici, la fisioterapia mirata è l’attività consigliata.
- TERAPIA nel medio termine nessun trattamento può considerarsi valido, poichè ogni tipo di farmaco è strettamente sintomatico e non curativo. Il paracetamolo e gli antinfiammatori non steroidei possono portare conforto al paziente nell’immediato e soprattutto consentirgli un minimo di attività fisica che NON deve essere eliminata del tutto.
Dunque se nel caso di dolore acuto, le azioni farmacologiche intraprese giustificano il benessere del paziente, nel trattamento del dolore cronico l’assistenza deve essere completa e diversificata, includendo anche uno stile di vita attivo e la cura della salute mentale e del benessere psichico dell’individuo affetto dal dolore.