Bevande alcoliche, come renderle più sane

Bevande alcoliche, come renderle più sane

Molto spesso alcool e fumo vanno di pari passo, anzi uno sostiene l’altro e ne incrementano l’abuso; si verifica che i fumatori regolari bevono più alcool di coloro che non fumano e i bevitori assidui ed abituali fumano in grande quantità.
Inoltre chi cerca di smettere di fumare tenderà a bere di più per una sorta di compensazione psicologica e fisiologica di assuefazione al vizio.
Per cercare di comprendere meglio questo meccanismo, alcuni studiosi canadesi, hanno verificato il meccanismo di assimilazione della nicotina analizzando i comportamenti dei fumatori e dei bevitori abituali; la straordinarietà di quanto si è scoperto ha portato gli scienziati a fare un passo indietro nella valutazione dei processi che la nicotina modifica nel nostro organismo, che si pensava fossero immutabili.
Se il campione maschile riduceva il consumo di alcool da 29 a 7 bevande alla settimana, il metabolismo della nicotina veniva decisamente rallentato.
Nelle donne esaminate invece, non vi era alcuna variazione nella assimilazione della nicotina poichè prima della indagine non risultavano forti bevitrici e pertanto non avevano ridotto in maniera così significativa il consumo di alcool.
La correlazione dunque fra quantità di alcool consumata e nicotina è molto stretta e si sostiene a vicenda.
Lo studio diventa così importante per quanti cercano di smettere di fumare essendo però forti bevitori dato che ridurre drasticamente il consumo di alcool aiuta a sostenere la fase acuta di dipendenza da nicotina.
E’ vero che nel momento in cui il vizio si è innescato diventa poi complicato smettere del tutto, ma non impossibile.
Già ridurre drasticamente il fumo di sigaretta è un buon inizio, specie per contenere i danni causati dalla nicotina e da altre sostanze contenute davvero pericolosissime per la salute; alcuni si affidano alla sigaretta elettronica, altri esclusivamente ad una incredibile forza di volontà, altri ancora ad un malore o un problema di salute che funge da efficace deterrente alla voglia di fumare.
Quel che è certo è che i fumatori cronici che non hanno mai tentato di ridurre il fumo, hanno una probabilità di morte prematura superiore di 3 punti ed oltre rispetto a chi non ha mai fumato o a chi ha smesso; tra l’altro smettere di fumare tra i 30 ed i 39 anni aumenta significativamente l’aspettativa di vita, riducendo i danni cronici della nicotina.
Se proprio non riusciamo a smettere, cerchiamo di ridimensionare il consumo della sigaretta adottando delle piccole strategie, che ognuno poi adatta alle proprie abitudini o alle proprie esigenze; un trucco efficace resta sempre quello della presa di coscienza e della consapevolezza poichè molto spesso accendersi una sigaretta è un gesto meccanico ed automatico: chiediamoci “proprio ora?”, “posso aspettare altri 5 minuti?”, “desidero davvero accendermi questa sigaretta?”. Vedrete che la maggior parte delle volte che ci rendiamo davvero conto di ciò che stiamo facendo, non sarà poi così necessario e vitale e sarà questo il primo passo per ridurre e poi chissà….