Categories: Salute e benessere

Fibromialgia, la malattia delle emozioni non espresse

La fibromialgia è una malattia reumatica e viene considerata una Sindrome Dolorosa Cronica. In che modo è collegata alle emozioni non espresse? Poiché non ci sono anomalie riscontrabili sia strumentali che in laboratorio e si ignorano le numerose cause scatenanti, risulta molto difficili svolgere una corretta e rapida diagnosi.In poche parole, la diagnosi si basa sui sintomi e sulle possibili esclusioni. I sintomi, però sono notevoli e visibili e riescono a manifestarsi attraverso dolori muscolo scheletrico acuti, partendo da punti specifici, chiamati Tender Points, per finire a diffondersi in tutto il corpo, in modo da interessare anche i tessuti molli. Per questo motivo non si può parlare di una semplice infiammazione. Gli individui colpiti da questa malattia, devono convivere e sopportare, continuamente, dolore e stanchezza, sintomi che incidono negativamente sulla loro vita. Il dolore fisico viene spesso accompagnato da astenia, affaticamento, emicrania, cefalea, ansia, rigidità muscolare, difficoltà nel riposare e perdita delle forze. Mentre, nei casi più gravi, quando la malattia diventa cronica, inizia a presentarsi una difficoltà nel concentrarsi e perdite di memoria, ossia sintomi che incidendo psicologicamente, tendono a rendere i soggetti molto stressati, fino a raggiungere la depressione. Nonostante colpisca tutto il corpo, i punti maggiormente interessati sono:

-il collo;

-le spalle;

-le braccia;

-l’anca;

-la parte superiore dei glutei;

-le ginocchia.

Questi dolori durano circa 3 mesi. Non esiste ancora una cura specifica, ma tanti piccoli trattamenti che non curano del tutto, ma rendono la malattia meno dolorosa. Questi rimedi possono essere dei farmaci tradizionali, come miorilassanti centrali in grado di combattere la rigidità muscolare e blandi antidepressivi per migliorare la capacità di addormentarsi. Oltre ad essi, è importante fare dell’esercizio fisico con esercizi specifici, oppure una ginnastica poco intensa e terapie comportamentali, che permettono al paziente di controllare la malattia ed evitare una futura ricaduta. È fondamentale, inoltre, che il paziente impari a riconoscere ed individuare i fattori scatenanti, in modo da svolgere un intervento mirato, poiché il successo terapeutico dipende specialmente dal modo in cui il paziente si prende cura di se.

Sergio De Napoli

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