La frattura del collo del femore, più comunente associata alla frattura dell’anca, colpisce un gran numero di persone in particolare anziane.
Oggi più che mai è però possibile recuperare in fretta la propria autonomia e ritornare ad una vita normale ad un anno dall’intervento; ovviamente spesso sarà necessario ricorrere ad alcuni aiuti utili alla deambulazione almeno nella fase iniziale ed ovviamente sarà necessario anche abbinare un percorso di riabilitazione, ma le probabilità di successo sono altissime anche per gli ultra ottantenni.
I fenomeni di frattura nei pazienti più anziani sono associati all’osteoporosi, ovvero ad una diminuizione della densità ossea che indebolendole, aumenta il rischio di fratture.
L’osteoporosi o decalcificazione ossea è una condizione cronica che passa a lungo inosservata e si sviluppa nello scheletro molto lentamente; avviene una perdita di massa ossea che le rende porose e fragili specie per le ossa del polso, dell’anca e delle vertebre.
La prevenzione in questo come in molti altri casi, svolge un ruolo essenziale ed è necessario cominciare ad attivarsi molto prima che il problema si conclami.
Il calcio è l’elemento fondamentale di cui le nostre ossa necessitano, con un fabbisogno giornaliero che oscilla tra i 1.200 e i 1.500 sia per la robustezza scheletrica che per altre funzioni essenziali; il dato negativo è che mediamente attraverso la nostra dieta alimentare, introduciamo nel nostro corpo soltanto 600/700 mg, per cui in tutti i casi di carenza, il nostro organismo attingerà dalle riserve immagazzinate nelle strutture ossee dello scheletro.
E’ dunque fondamentale assumere integrazioni di calcio in base alle prescrizioni del nostro medico, che saprà sicuramente associarle alla vitamina D fondamentale nella prevenzione dell’osteoporosi.
La perdita ossea inoltre può essere incrementata dalla caduta di ormoni.
Solitamente si fa riferimento per questo problema alle donne che durante e dopo la menopausa, subiscono un calo significativo nella produzione di estrogeni, ma gli uomini non sono risparmiati da questo rischio.
Anzi il rischio di frattura secondaria dopo una prima frattura dell’anca, della vertebra o del braccio, risulta tre volte più alto negli uomini rispetto alle donne.
E’ fondamentale che nell’arco della propria esistenza, si eserciti un’attività fisica costante, e questo sembra tornare molto utile anche nella ripresa ottimale dopo una frattura.
Inoltre un allenamento anche modesto svolge un effetto protettivo contro il rischio di frattura, regalando nel tempo una migliore resistenza ossea.
Restano sempre validi per la prevenzione di fratture alcuni comportamenti salutari favorevoli al benessere fisico in generale, per cui:
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