Bruxismo, perchè digrignamo i denti
Esistono vari modi in cui tensione e nervosismo si manifestano ed uno di questi è il bruxismo.
Con questa parola si intende un comportamento inconscio che costringe la persona che ne è affetta, a stringere i denti sia quando è sveglia che mentre dorme.
Nelle forme lievi, questo fastidio non influisce sullo stato dei denti e sullo stato generale, ma quando diventa preponderante, e parliamo in particolare del bruxismo notturno, può generare altri disturbi del sonno come il russare rumorosamente o l’apnea notturna; inoltre, sempre nei casi intensi, il digrignare i denti durante le ore del giorno e della notte, può causare danni alla mascella, mal di testa e lesioni dentarie.
Anche i bambini possono soffrire di questo disturbo e si manifesta con la crescita dei denti, con un’incidenza pari al 14% circa del bruxismo che colpisce gli adulti.
Vi sono dei sintomi immediatamente riconducibili al bruxismo che, come dicevano prima, è un comportamento inconsapevole; attenzione dunque se ci accorgiamo di:
- Usura dentale
- Ipersensibilità dentaria
- Rumori durante il digrignamento dei denti
- Bruciore alla lingua
- Stanchezza o indolenzimento dei muscoli masticatori
- Apertura limitata della bocca
- Mal di testa localizzato alle tempie.
Il bruxismo può colpire chiunque independentemente dal sesso o dall’età, ma sicuramente esistono dei fattori che possono attivarlo o stimolarlo in qualche modo, e pensiamo principalmente a stati di ansia e stress e alle personalità particolarmente aggressive o competitive che magari durante il giorno vivono situazioni in cui non possono dar sfogo alla propria rabbia.
Inoltre il fenomeno può essere accentuato da un consumo eccessivo di caffeina, da droghe e tabacco e da trattamenti farmacologici con antidepressivi.
Ovviamente nel bruxismo conclamato, le “vittime” principali sono i denti che andranno protetti dallo sfregamento continuo che ne causa l’usura: vi sono delle vere e proprie protezioni realizzate in materiale confortevole da indossare a copertura dei denti, sia nell’arcata superiore che inferiore, in modo da tenerli separati ed impedire lo sfregamento continuo.
In aggiunta si può intervenire con delle terapie farmacologiche di supporto magari per un periodo limitato di tempo come ansiolitici e antidepressivi e rilassanti muscolari, sempre che il medico lo ritenga opportuno.
Quello che invece non dovrebbe mancare è una buona terapia psicologica attraverso la quale apprendere le tecniche di gestione dello stress e dell’ansia, in modo da riuscire ad apportare dei cambiamenti comportamentali nell’approccio ai problemi.