I rigonfiamenti che si vedono sotto le magliette, sotto i leggins, che resistono anche ad un paio di jeans, non piacciono a nessuno, nè a chi li mostra nè a chi li osserva. Il grasso sotto forma di cuscinetti rappresenta un aumento del rischio di sviluppare malattie cardiache o diabete di tipo 2 e da sempre la scienza è allo studio su come contrastarlo. Bisogna partire dal presupposto che di grasso ne esistono due tipi, quello bianco e quello bruno; riuscire a capire quale sia la differenza ci può dare una mano a smaltirlo. Per farla semplice diremo che il grasso bianco è quello che si può notare sulla pancia, sul dorso, sulle braccia, sulle cosce. In qualche modo serve a tenerci al caldo, fungendo da isolante termico.
Il grasso bruno invece è capace di crearlo il calore, regala al corpo l’energia necessaria per bruciare le calorie. Il grasso bruno può rivelarsi un alleato nella perdita di peso; quello bianco invece è sempre associato a sovrappeso e obesità.
Il grasso bruno è difficile da rilevare perchè si può trovare nei posti più imprevedibili del corpo e varia da soggetto a soggetto. Esiste però secondo il Dottor Philip A. kern della kentucky School of Medicine un grasso beige, un tipo di grasso che viene sottoposto ad una specie di doratura.
Alcuni ricercatori giapponesi hanno preso in esame 12 uomini con poco grasso bruno e li hanno invitati a sedersi in una stanza ad una bassa temperatura per due ore al giorno, per sei settimane. All’inizio hanno bruciato tutti una media di 108 calorie ma, al termine dello studio, ne bruciavano 289 in più e avevano aumentato la quantità di grasso beige. La ricerca pubblicata poi sul Journal of Pediatrics ha dimostrato che il grasso bruno può aumentare la sua quantità se esposti a temperature diverse o se si mangia in modo corretto. Gli esperti sono ora alla ricerca di un metodo che sia in grado di aumentare il grasso bruno per perdere peso o per prevenirne l’aumento.
Chi possiede più grasso bruno? I giovani più degli anziani, le persone snelle, le persone con livelli normali di glicemia. Alcuni studi hanno dimostrato che l’esposizione al freddo provoca la morte delle cellule di grasso.
A questo proposito sono state prelevate cellule di grasso da alcuni pazienti e si è scoperto che in inverno la pancia e le cosce mostravano segni di doratura maggiori che in estate. Le temperature fredde facilitano la formazione di grasso bianco in beige. Passare molto tempo in ambienti riscaldati non ci fa bruciare calorie. Alcuni uomini sono stati invitati a dormire in una camera metabolica con temperature fredde e dopo quattro settimane, avevano raddoppiato il volume di grasso bruno, avevano aumentato la loro sensibilità all’insulina, bruciato un paio di calorie in più nel giorno successivo.
Si è ipotizzato quindi che indossare un giubbotto di ghiaccio o un paio di pantaloncini ghiacciati inizialmente provoca solo brividi poi inizia a far bruciare una enorme quantità di calorie. Alcuni scienziati ritengono che adottare la terapia del ghiaccio aumenti del 300% il dimagrimento rispetto a seguire solo una dieta bilanciata o a praticare regolare esercizio fisico.
La teoria è questa: il ghiaccio provoca l’infiammazione delle cellule adipose e ne innesca la morte: il processo inizia dopo tre giorni dall’applicazione con un picco a 30 giorni ma le cellule adipose continuano a ridursi nei successivi 90 giorni. Gli effetti collaterali riguardano solo un arrossamento e bruciore temporaneo della zona trattata.
Applicare quindi del ghiaccio su cosce, glutei per trenta minuti può agevolare la formazione di grasso beige e contribuire a perdere peso. D’altra parte da sempre gli sportivi utilizzano il ghiaccio per prevenire il gonfiore delle lesioni.
Ma a casa, cosa possiamo fare? Innanzitutto è bene sapere che applicare direttamente il ghiaccio sulla pelle può provocare ustioni cutanee di primo grado o anche più gravi per cui, tra la pelle ed il ghiaccio bisognerebbe mettere una camicia, un asciugamano sottile o più strati di carta fino a quando non si regola la temperatura dell’epidermide, poi basterà rimuoverli delicatamente. Chi non deve adottare questo metodo? Chi fa uso di farmaci betabloccanti, chi ha delle malattie vascolari, chi fuma o soffre di diabete, chi ha delle vesciche sulla pelle.
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