Il giocatore d’azzardo, fra allenamento e nutrizione ad hoc
Togliamoci dalla testa quell’immagine tipica di certi film a stelleestrisce. Altro che seminterrati annebbiati dai vapori di smisurati sigari e con compagni di nottata che sembrano usciti dal peggior romanzo giallo.
Al giorno d’oggi per fare del poker una professione ci vuole il physique du rôle.
Ma il gioco di carte più famoso al mondo è oppure non è una pratica sportiva? Domanda quest’ultima cui sembra difficile, soprattutto per le autorità, dare una risposta.
Qualche tempo fa due distinti tribunali olandesi si sono espressi con sentenze diametralmente opposte. Una corte ha accolto la tesi portata avanti dai sostenitori del gioco, secondo la quale la fortuna conta qualcosa, soprattutto nel breve periodo, ma alla lunga è sempre il player con maggiore abilità a imporsi. Un altro collegio, scegliendo il cammino divergente e sul quale già si trovavano i detrattori del passatempo, ha messo il destino dei giocatori in mano esclusivamente alla Fortuna che, lo sappiamo, è per definizione bendata.
Anche dalle nostre parti il dibattito pubblico ha prodotto pareri contrapposti.
Eppure non ci sarebbe da stupirsi se fra qualche anno il poker, soprattutto nella versione alla texana, facesse il suo esordio fra le discipline olimpiche. Nell’ultimo decennio l’ipotesi è stata discussa più e più volte. Anzi, a un certo punto era trapelato pure il nome di Rio 2016 come banco di prova.
Tuttavia, al momento in cui scriviamo, l’unico gioco di carte ritenuto a tutti gli effetti uno sport è il bridge. Bridge che comunque non ha ancora contribuito al medagliere a cinque cerchi perché, come gli scacchi, è considerato disciplina mentale.
Ma restare in partita per ore e ore non è soltanto questione di testa.
E’ per questo che negli ultimi anni i giocatori che vogliono portarsi a casa il bracciale simbolo di successo alle WSOP, acronimo che sta per World Series of Poker, prima del fatidico appuntamento trascorrono mesi a prepararsi fisicamente oltreché giocare online su piattaforme come casino.netbet.it. Seguono, difatti, programmi di allenamento che alternano esercizi di tipo aerobico ad altri di tipo anaerobico. Non solo. Spesso affiancano l’allenamento a particolari regimi dietetici studiati appositamente per lo sforzo che dovranno affrontare.
D’altronde l’atto conclusivo delle World Series of Poker Europe 2008 durò ben 19 ore e 10 minuti, con solo dei piccoli break fra le 484 mani che furono disputate.
Per chi fosse ancora scettico consigliamo quindi di fare una navigata online digitando come stringa di ricerca “preparazione fisica World Series Poker”. Fra i tanti link di risposta che compariranno davanti ai suoi occhi, ci sono anche un bel po’ d’interviste e perfino dei videoclip che mostrano la giornata tipo degli aspiranti campioni del mondo.
Fra palestra, cucina e studio dei possibili avversari.