Diabete non sottovalutare i campanelli d’allarme
Sono stati pubblicati i dati risultanti dal DiaDay, la campagna di controllo lanciata lo scorso novembre relativa allo screening sul diabete: dei circa 130mila soggetti che si erano rivolti alle farmacie aderenti all’iniziativa, quasi 5mila di essi sono risultati affetti dalla patologia.
Il test somministrato consisteva nella misurazione della glicemia attraverso una striscia reattiva e nella compilazione di un questionario appositamente redatto per evidenziare eventuali probabilità di ammalarsi nei 10 anni futuri.
I risultati sono stati leggermente superiori rispetto all’ultimo screenig effettuato nel 2017, con una percentuale di nuove diagnosi che riguardava in particolare uomini di età superiore ai 55 anni; grazie al DiaDay, questi nuovi pazienti hanno preso coscienza della loro condizione e si sono rivolti al medico, evitando la progressione della malattia e le sue complicazioni.
Il dato è emerso dalla Federfarma Nazionale che ribadisce quanto questa iniziativa sia stata utilissima sia per prendere coscienza della malattia, ma soprattutto per intervenire in tempi rapidi su di essa, prima che le varie complicanze possano alterare la qualità di vita del paziente.
Senza considerare l’enorme risparmio in termini economici per il SSN che spende per queste malattie croniche così diffuse, come l’ipertensione o l’osteoporosi, denaro che aumenta in maniera esponenziale, via via che la malattia progredisce. Si parla di un risparmio di più di 3 miliardi di euro se solo il paziente seguisse scrupolosamente le indicazioni del proprio medico sin da subito, evitando così il ricorso al ricovero ospedaliero. Attenzione ad alcuni segnali che il nostro corpo manda e che potrebbero essere la spia di un’alterazione in atto.
Nel caso specifico se si dorme più di un’ora durante il giorno, si è a rischio di DIABETE DI TIPO 2.
E’ quanto emerge da uno studio dell’Università di Tokio, presentato ad un meeting per gli studi sul diabete a Monaco di Baviera: l’indagine è stata condotta su un campione di circa 300 mila persone ed ha evidenziato una correlazione tra pisolini diurni lunghi più di 60 minuti ed un aumento del 45% di rischio di diabete di tipo 2, rispetto a chi durante il giorno non dorme affatto.
Un riposino di mezz’ora invece, non provocherebbe o segnalerebbe alcuna propensione al diabete.
Il bisogno di riposo prolungato durante il giorno, potrebbe essere causato da disturbi del sonno notturno, provocati principalmente da apnee, rischio principale per ictus, infarto e malattie metaboliche come il diabete di tipo 2.
Non dobbiamo neanche sottovalutare la mancanza di sonno causata dal lavoro o dalla vita sociale, che a lungo andare sviluppa un aumento dell’appetito e al conseguente rischio di innescare questa malattia.